giovedì 7 aprile 2011

INTERVISTA "PARTICOLARE" SUL BLOG DI SILVIA SCIBILA

RINGRAZIO LA SCRITTRICE SILVIA SCIBILA (BRAVISSIMA....) CHE MI HA FATTO UN'INTERVISTA DAVVERO PARTICOLARE DOVE A PARLARE SONO I PROTAGONISTI DEI MIEI ROMANZI:

DAL SUO BLOG:

me&wimpy
Samanta Catastini, pisana per nascita, vive nei pressi di Firenze. Samanta è ufficialmente una traduttrice freelance di portoghese, spagnolo, francese e inglese. Tuttavia definirla solo traduttrice è riduttivo perché Samanta è anche una prolifica scrittrice di romanzi sentimentali storici,  contemporanei e di racconti.
L’ambientazione storica preferita dalla nostra autrice è il Regency inglese e francese, nonostante diversi suoi romanzi siano ambientati in Portogallo. Leggere un historical romance della Catastini non è solo leggere una storia d’evasione di trine e parrucche, è un continuo immergersi negli usi e costumi di uomini e donne molto lontani dal nostro modo di vedere la vita e i sentimenti. Leggendo tra le righe, infatti, emergono regole sociali che creavano divari insormontabili tra nobili e borghesi, imposizioni che rendevano le donne poco più che merci di scambio con cui concludere affari lucrosi. Vi è nelle opere della Catastini un’attenzione particolare per i vestiti, gli accessori e gli arredi, descrizioni dettagliate degli splendidi palazzi nei quali gli eletti della storia vivevano e che smentiscono chi continua ad etichettare i romance come letteratura di serie b, dimenticando volutamente che dietro alla stesura di queste opere ci sono anni di ricerche.
Un’opera che ritengo originale e ben fatta sono le lettere di Maria Antonietta, pubblicate nel blog
samilla.blogspot.com, ultimamente integrate dalle risposte del conte Fersen “immaginato” dall’abile penna di Barbara Risoli. Le lettere di Maria Antonietta oltre a essere scritte con un linguaggio appropriato all’epoca, ci mostrano una Maria Antonietta ben diversa dall’immagine superficiale che la storia, forse per giustificare i suoi crimini, ci ha tramandato. La Maria Antonietta di Catastini è una donna sola, alla quale la vita ha negato la possibilità di vivere le proprie emozioni in libertà. Ogni lettera è ricca di passione e umanità e acuisce nel lettore il desiderio di conoscere i suoi pensieri. La stessa passione si può incontrare nei racconti che periodicamente la scrittrice pubblica in diversi magazine femminili italiani. La brevità infatti è la virtù e allo stesso tempo il limite della Catastini poiché, se riesce a condensare l’efficacia stilistica in mini storie, i romanzi un po’ più lunghi che richiederebbero una maggiore introspezione dei personaggi vengono mortificati dall’esplicarsi della storia. La stessa autrice giustifica la scelta della brevità delle storie nella voglia di creare nuovi personaggi e ambientazioni. La Catastini in tal modo finisce per essere come una farfalla che svolazza da un fiore all’altro senza però cogliere la vera essenza di ciascuno. Un’altra caratteristica comune che si riscontra nei suoi libri è la totale abiura dell’uomo alfa. Mentre nei soliti romanzi siamo in presenza di uomini forti, a volte anche brutali, i personaggi maschili sono spesso uomini pieni di dubbi, che all’uomo che non deve chiedere mai sostituiscono un animo sensibile, magari anche avverso alle ingiustizie e insofferente alle imposizioni di corte. Spesso i protagonisti sono produttori di vini o allevatori di cavalli. Questi ultimi sono la seconda passione di Samanta Catastini, impegnata attivamente nella tutela degli animali, tanto che acquistando i suoi libri si aiuta la IHP (italian horse protection association). Attraverso la pagina facebook di Samanta mi sono resa conto di quanti crimini vengono giornalmente messi in atto contro gli animali, a partire dalle creme che paghiamo fior di quattrini, testate su povere bestiole che subiscono torture inimmaginabili.
Entriamo adesso nel mondo di Samilla attraverso un piccolo gioco nel quale ho coinvolto l’autrice. Dopo averla “accusata” di non approfondire i suoi personaggi, le do la possibilità di redimersi dando a essi stessi la parola.
I personaggi che intervisterò sono: Amèlie e Pierre di Una sarta a corte e Diane e Charles di Il bandito misterioso
Una sarta a corte
Amèlie è una geniale sarta parigina che chiamata a corte come sarta personale della cortigiana di Luigi XV, madame de Pompadour, conosce il conte Pierre Lavois, il quale rimane piacevolmente colpito dalla bella Amèlie. La ragazza tuttavia pensa più a lavorare che alle avances del nobile…
Un caloroso benvenuto ad Amèlie.
1)Amèlie, qual è la condizione di una sarta di corte?
Io sono una sarta fortunata. Mi spiego meglio, la mia posizione è quasi alla pari di una ragazza nobile grazie al volere di madame de Pompadour. Una donna forte e decisa che mi ha voluta a corte e si assicura che io possa goderne ogni beneficio, senza eccedere si intende.
2)Come ci si sente a realizzare modelli di grande pregio e originalità e a non poterli indossare?
Sono una popolana e come tale non posso ambire a tanto. Ho evitato una vita di stenti grazie alle mie mani e  non ho mai pensato di poter indossare gli abiti che prima disegno e poi cucio. A volte sogno di poterlo fare, ma sempre tenendo i piedi per terra. La mia vita è ben altra cosa…
3)Qualsiasi altra ragazza sarebbe stata al settimo cielo per le attenzioni di un bel conte come Pierre? Qual è la ragione del rifiuto della sua corte?
Quell’uomo mi ha subito rubato il cuore, senza alimentare i miei sogni. La vita passata mi ha insegnato a non sperare senza ragione. E con il conte non credo di poter avere un futuro; io vengo dal basso, lui è abituato a stare in alto!
4)Pensi che le donne della tua classe sociale siano più avvantaggiate nella scelta del compagno rispetto a una nobile? E quali sono le priorità che spingono a tale scelta?
Credo di si. Nelle classi basse ci sposiamo per amore o, almeno, per un sentimento simile, ma mai per godere di un aumento economico. Non abbiamo doti da donare né benefici da guadagnare. L’usanza nobile di stabilire matrimoni a tavolino mi ripugna e, in questo caso, sono orgogliosa dei miei umili natali.
5)Presto ci saranno le nozze reali inglesi tra il principe William e Kate. Se dovessi essere tu a realizzare l’abito da sposa come lo faresti?
Kate è una ragazza molto bella e dotata di un portamento che rende unico qualsiasi abito che indossi. Studierei un vestito in seta turchese con ricami argentati nella scollatura e nello strascico. Adornerei i lunghi capelli con semplici fiorellini in tinta e stringerei la sua già sottile vita con una cintura in pizzo bianco. Rifinirei il tutto con delle scarpette bianche con una bella farfalla in seta turchese sull’esile tacco.
Diamo la parola all’affascinante conte Pierre Lavois
1)Pierre, non temete che l’enorme quantità di cioccolato e biscotti che consumate a corte possano essere deleterie per la vostra linea e il vostro fascino?

Che volete farci, a corte tutti adorano abbuffarsi di dolciumi per ammazzare il tempo e sparlare in compagnia. La mia linea riesco a mantenerla grazie alle lunghe cavalcate che mi concedo ogni mattina quando posso respirare aria pulita e lasciarmi alle spalle tutte le futilità di corte.
2)È evidente nella narrazione la vostra insofferenza verso i costumi di corte. Se per assurdo voi dovreste prendere il posto di Luigi XV quali cambiamenti apportereste?
Questa è una domanda pericolosa, lo sapete vero? Mi limiterò a dirvi che per prima cosa bandirei quelle stupide parrucche piene di boccoli e maleodoranti, oltre che piene di cipria. Non mi dilungherò nell’elencare le sciocche abitudini dovute all’etichetta di corte, non basterebbe un giorno intero!
3) Voi provenite da una delle più belle regioni di Francia, la Provenza. Che cosa vi manca della vostra terra?
Il sole, la campagna verde, i filari delle vigne e il mare.
4) Infine, essendo un produttore di vini, permettetevi una provocazione, preferite un flute di champagne o un buon rosso del Chianti?
Ovviamente un ottimo Champagne, ma anche un bel bianco francese o un forte Porto.
Intervista a Diane Du Motier e Charles Martinez interpreti di Il bandito misterioso
La marchesina Du Motier, invitata nel castello di Chambord insieme al cugino, conosce un misterioso bandito, El Negro, che agisce contro gli sgherri dei nobili che danno fuoco alle case dei fittavoli morosi. A corte conoscerà lo scontroso conte Martinez che le ricorda il misterioso bandito, ma lui farà di tutto per allontanarla…
1)Cara marchesa Diane, la vostra entrata iniziale nella narrazione mi ha ricordato Natascia Rostova di Guerra e pace, la quale tende a fare prevalere il suo spirito romantico sulla coerenza dei sentimenti. Pensate che la coerenza possa essere un valore universalmente valido anche in materia di sentimenti?
Si lo ammetto la mia più che coerenza è testardaggine, o almeno così la definiscono i miei parenti. Sono una romanticona, una che sogna in ogni momento del giorno e che si innamora subito di un uomo che indossa una maschera… potrebbe essere anche un furfante, ma io, come mio solito, vedo solo il lato dolce del bandito rude. Credo che sia importane la coerenza purché non si trasformi in ottusità!
2)Voi mostrate una grande sensibilità nei confronti della condizione dei poveri, che subivano angherie dai proprietari delle loro terre. Pensate che il vostro atteggiamento sia condiviso da altri nobili?
Oddio, no, assolutamente no! In pochi la pensano come me, altrimenti non ci sarebbero tante famiglie contadine a soffrire la fame e a sopportare le angherie dei propri padroni. Forse sono io a sbagliare, ma  preferisco apparire come una pazza che piegarmi a questa disumana usanza.
3)Voi mostrate anche avversione per chi ritiene l’apparenza più importante dell’essenza. Una maggiore responsabilizzazione degli stessi avrebbe potuto salvare qualche testa nel futuro?
Mia cara questa è una storia lunga, non è stato solo il popolo a volere la rivoluzione, basta guardarne i risultati…
Conte Charles Martinez, benvenuto nel mio blog
1)Il vostro modello ideale è Zorro, la Primula Rossa o Robin Hood?

Non ho un ideale vero e proprio anche se fisicamente mi sento molto Zorro, ma non mi sono mai posto il problema. L’importante è riuscire ad aiutare le persone sottomesse a vivere con dignità la loro umile vita da contadini.
2)Come conciliate la vita lussuosa che conducete con la vostra attività segreta di difensore dei poveri dai soprusi della nobiltà?
Fingendo e credo di riuscirci a meraviglia. Mentre parlo con i nobili cerco di essere così vanitoso e superficiale che quasi stento a credere di essere io quello che sta parlando. E più sono antipatico e più mi rispettano. Che sciocchi.
3)Caro conte, i vostri tentennamenti nei confronti della marchesa Diane, piuttosto snervanti, hanno fatto sorgere il dubbio che foste tanto eroico nelle azioni quanto codardo nei sentimenti. Che cosa dite a vostra discolpa?
I sentimenti agli uomini fanno più paura di una battaglia da combattere. E Diane mi ha subito rubato il cuore.
4)Vi do infine la possibilità di viaggiare nel tempo, ditemi la data preferita e la motivazione della scelta.
Assolutamente il mio tempo, non voglio andar in giro senza prima aver salvato la mia gente.
Grazie a Samant
a per il tempo che mi ha dedicato per realizzare l'intervista magari "fuori le righe" ma di certo dentro ai libri!

PER LEGGERLA IN ORIGINALE:
http://silylu.splinder.com/post/24410040/silylu-presentasamanta-catastini

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