Il
ragazzo scende e, dopo aver parlato con il commerciante a bassa voce, procede
all’apertura del portellone. All’interno una decina di cavalli sono ammassati,
senza neppure il posto per muoversi, nessuno di loro si volta. L’odore di
escrementi e di paura è palpabile e Dante prima di avvicinarsi si volta a
controllare Clarissa. La vede socchiudere gli occhi e iniziare a piangere in
silenzio. Con una mano si tocca lo stomaco come a voler trattenere un malore
evidente e con l’altra indica qualcosa all’interno di quell’inferno. Immobile e
incapace di parlare oltre, gli rivolge uno sguardo supplichevole, una disperata
richiesta d’aiuto.
“Quella
cavalla che sta indicando la mia amica. Quella baia nell’angolo opposto al
portellone d’accesso”.
L’uomo
sorride beffardo e getta una cavezza consunta all’autista.
“Volete
la zoppa? Ne ho di meglio all’interno da farvi vedere. Con questa cosa ci
fate?”.
All’improvviso
Clarissa sembra riaver acquistato le forze e si getta in avanti, fermata
prontamente da Dante, prima che sia troppo tardi.
“Io
voglio lei! Ci dica il prezzo per cortesia e la faccia scendere subito da lì”.
FIENO E CAROTE, ED. REI
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