domenica 22 dicembre 2013

recensione a LA ROSA E IL CAVALLO a cura di Lavinia Pinello

La Rosa e il Cavallo

Il romanzo si svolge in una trama lineare e semplice, delicata, sia nella resa stilistica che nell’espressione dei contenuti. Le passioni, le emozioni dei personaggi sono vive e brucianti e così vengono percepite dal lettore a cui vengono trasmesse attraverso l’eleganza di un rossore appena accennato, uno sguardo, il tocco leggero delle mani.
È questa eleganza che definirei ariosa, non appesantita da inutili orpelli e pleonasmi che rende particolare tutto lo svolgersi del romanzo, il tempo in cui si svolge (il 1778),  il luogo ( la Francia di Luigi XVI e Maria Antonietta), fanno da cornice a tematiche quanto mai attuali. Una su tutte, la scelta.
Scegliere di vivere in una situazione comoda: una bella casa, un bell’uomo elegante, colto e invidiato, una posizione economica favorita. Oppure scegliere di vivere contro le scelte comuni, scegliere di vivere secondo le proprie idee e aspirazioni.
La giovane protagonista, Rosalie, non si troverà infatti a dover scegliere solamente tra due uomini, ciascuno dei quali porterebbe la sua vita su binari completamente opposti ed entrambi con un alto prezzo da pagare, non è solamente questa la scelta che le si impone. La sua è una scelta più intima, è una scelta d’amore che abbraccia molto più che quello per un uomo. È l’amore per la vita nella sua accezione più pura e ampia, che si presenta nella forma del puledro Pascal, è questa la scelta d’amore per la vita di Rosalie, per il suo modo di concepire la vita. Perché salvando Pascal, Rosalie salva se stessa, scegliendo e facendo scegliere a quello che si rivelerà essere l’uomo giusto per starle accanto, la strada per la felicità di entrambi.

Lavinia Pinello

Note sull’autrice:
 

Samanta Catastini, laureata in lingue e letterature straniere, traduttrice freelance, scrive e collabora con alcune riviste femminili.
Autrice di romanzi rosa storici, contemporanei, e romanzi animalisti, ha inoltre fondato insieme ad alcuni soci l’associazione no profit Nibbio Alato,  in cui si dedica  al recupero e al ricollocamento dei cavalli provenienti dal circuito delle corse, sia che siano anziani, infortunati o non adatti all’agonismo


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